(di Marisa Marzelli) Ottavo titolo della serie, il nuovo Fast & Furious – inevitabilmente – cambia rotta. E deve cambiarla perché la morte in un incidente stradale dell’attore Paul Walker (nel novembre 2013) aveva interrotto giocoforza le imprese dell’amatissima coppia di spericolati driver che Walker formava con Vin Diesel.
Reso il dovuto e commosso omaggio allo scomparso in Fast & Furious 7 (un miliardo e mezzo di incassi, mentre tutto il franchise ha sinora incamerato quasi 4 miliardi di dollari), come far avanzare la saga dalle uova d’oro? Con un cambio di prospettiva: l’eroe tradisce il suo clan.
Nato come serie sul fenomeno “tuning” (auto truccate rispetto agli standard di serie per impiegarle in spettacolari corse clandestine) il marchio Fast & Furious, dal primo capitolo del 2001, si è andato via via modificando e diventando un ibrido tra action, avventure di fumettistiche imprese automobilistiche, incursioni nella spy-story, racconto di una banda di amici sempre sul filo del rasoio della legge che costituiscono una famiglia all’allargata in rocambolesco stile “tutti per uno, uno per tutti”.
Il capo della banda è sempre l’asso della guida Dominic Toretto (Vin Diesel, anche produttore), attorniato da sodali e anche ex-nemici passati dalla sua parte, come la vecchia conoscenza “The Rock” Dwayne Johnson e persino lo storico antagonista, il britannico Jason Stathman. Alleato è anche il misterioso e potente agente federale interpretato da Kurt Russell. Stavolta l’avversario è una new-entry: Charlize Theron in versione hacker-terrorista (dopo Mad Max: Fury Road la bionda attrice sudafricana si è reiventata credibilmente in versione donna d’azione più temibile di omaccioni superpalestrati). La Theron ingaggia Toretto per un’impresa criminale e lui volta le spalle alla “famiglia”, coalizzata per farlo rientrare all’ovile. La logica della sceneggiatura è sempre un trascurabile optional nella serie. I fan lo sanno e non se ne crucciano; contano invece l’adrenalina, l’autoironia, il carattere dei personaggi che, sotto la scorza rude, hanno il cuore d’oro. Anche stavolta gli appassionati non resteranno delusi perché, nonostante ormai la serie abbia mostrato un incredibile repertorio di spettacolari magie con le automobili, riesce ancora a superarsi. Come nella sequenza di un’inenarrabile groviglio di lamiere a Manhattan, dove le macchine non rispondono più alle manovre dei conducenti.
Dirige Gary Gray, abile regista, coi ritmi giusti, ma senza particolari guizzi. E nel tempo i registi sono cambiati spesso, perché non è la loro impronta personale a fare il successo della serie.
Dopo l’inizio a Cuba, che permette di mostrare le caratteristiche vecchie carrozzerie in circolazione a L’Avana, con una corsa tra un catorcio e una superaccessoriata (vince il catorcio), via, in giro per il mondo e anche tra i ghiacci del polo, con bolidi contro un sottomarino nucleare.
Quello di Fast & Furious è un puro divertimento fanciullesco, con effetti speciali da seguire ad occhi spalancati. Con il mantra della “famiglia” da difendere e tenere unita, sopra ogni altra cosa. Ma solo la famiglia di Dom Toretto e compagni, perché di tutte le altre che stanno dietro scontri e botte da orbi: notizie non pervenute.
Però anche gli eroi invecchiano, s’imbolsiscono e hanno il fiatone. Perciò l’ottava puntata vira, più delle precedenti, sul non prendersi sul serio e, anzi, giocarci. Vin Diesel, “The Rock”, Stathman, Russell, ai quali si affiancano Helen Mirren, Michelle Rodrigues e il più giovane Scott Eastwood (è il figlio di Clint) sono volti di un cinema americano d’azione in stile anni ’80 popolare e senza troppe pretese. Dove lealtà e amicizia diventano valori primari. Rispetto al cinema simile ma di gusto più contemporaneo sono dei sopravvissuti. E sotto tale aspetto la puntata numero 8 sembra guardare a serie simili, attente all’affetto un po’ malinconico per gli eroi al tramonto (I Mercenari, con Stallone e Swarzenegger, o Red con Bruce Willis, John Malkovich e la Mirren). Con in più, qui, le immancabili automobili.
Fast & Furious 8, che di nuovo ricorda nelle pieghe della trama lo scomparso Paul Walker, è stato accolto in modo contrastante dalle prime critiche statunitense.
Ma i veri appassionati della saga non lo tradiranno, tant’è vero che il film è stato lanciato come il primo capitolo di una trilogia conclusiva, con un secondo episodio in uscita nel 2019 e l’ultimo nel 2021.
“Fast & Furious”. Ci sono sempre le spettacolari magie del vecchio repertorio d’auto, ma il n. 8 riesce ancora a stupire
12 Aprile 2017 by